Non mi masturbo, mi vergogno.
Non mi piace che mi tocchi, sono deforme là sotto.
Ho la pancia, il sedere grosso, le cosce enormi e sono sempre troppo cosciente a letto.
Lo faccio solo a luce spenta, non voglio che mi guardi.
Leggiamo queste frasi e siamo certi che le abbia pronunciate una donna.
Questo succede perché la cultura in cui siamo immerse abitua da sempre le donne, in modo subdolo, a provare vergogna verso il proprio corpo e la ricerca del piacere.
Ma come dice Roberta Rossi nel saggio “Vengo prima io. Guida al piacere e all’orgasmo femminile”:
Il principio fondamentale con cui affrontare ogni esperienza sessuale, è che la responsabilità del nostro piacere è soprattutto la nostra.
Roberta Rossi
Una frase carica di responsabilità, ma consolante: non serve nessun altro per provare piacere, nessuna autorizzazione, se non quella auto concessa. Ed è forse questo il problema.
In un altro capitolo, il saggio chiarisce il concetto: una società che limita il pensiero del piacere per la donna, potrebbe inibire le possibilità di raggiungerlo.
Nella mente femminile piacere e vergogna sembrano inscindibilmente legati e questo legame porta lontano dall’orgasmo.
Ma perché succede? E cosa possiamo fare per evitarlo?
Il piacere e la vergogna
In una puntata della serie Netflix Goop Lab, Gwyneth Paltrow partecipa a un incontro con Betty Dodson, sex educator professionista che lavora nel campo della salute sessuale sin dagli anni Settanta.
Piuttosto prevedibilmente, il tema della vergogna è il primo che viene trattato all’interno della puntata, che si apre con un bigliettino con scritto “Shame”, che lentamente va a fuoco, si carbonizza, in una catarsi prima simbolica e poi psicologica.
Le esperienze raccontate dalle ragazze sono estremamente personali, ma è facile notare come tutte annuiscano ai racconti delle altre. Pur nell’intimità di ogni storia, l’esperienza è condivisa, unica.
Il senso di vergogna va spesso a braccetto con una scarsa educazione sessuale negli anni della formazione. Ragazzi e ragazze sono lasciati soli davanti al loro corpo che cambia, senza nessuno che dia loro qualche suggerimento su come darsi piacere. Se i maschi riescono in qualche modo a passare oltre, per le ragazze la questione si fa più complessa.
Implicitamente viene insegnato che non va bene toccarsi, che è sporco, che “non si fa”, non è per bene. La donna deve essere angelicata, non avere pulsioni e dovrà essere ritrosa quando -in una sorta di gioco delle parti- un ragazzo insisterà per avere dei rapporti (consenzienti) con lei, perché concedersi subito non è serio. Deve temere lo stigma della puttana.
Il tutto rafforzato da una dose sempre costante di “terrorismo per le conseguenze” (solo femminili), body shaming e idealizzazione di modelli irraggiungibili, che rischiano di far sentire le ragazze insicure, brutte, sbagliate.
Come possiamo aspettarci un’apertura mentale e un atteggiamento propositivo verso la sessualità e l’orgasmo, quando queste sono le basi su cui costruiamo l’identità sessuale di milioni di ragazze?
Gli ingredienti principali per amarsi e per raggiungere l’orgasmo, come giustamente Betty Dodson sostiene, sono amore per se stesse, intimità e comunicazione. Più le donne si sentono bene con la propria fisicità e intimità, più sarà facile spogliarsi dalle paure e dai timori che talvolta si accompagnano all’atto sessuale – solitario o meno.
Come liberarsi dai condizionamenti e riscoprire il piacere?
La risposta breve è: conoscendosi. Quella completa è un po’ più complicata. Naturalmente non per tutte sarà sufficiente gestire il cambiamento di attitudine da sole e quello di ricorrere a sessuologi e psicologi è un consiglio con validità universale.
È importante che ogni donna interiorizzi che ha tutto il diritto di sentirsi sessualmente appagata, sensuale, o a provare qualsiasi altra sensazione positiva legata alla sessualità. Questa convinzione è potentissima.
Anteprima(si apre in una nuova scheda)
Legittimando il proprio diritto a provare piacere sarà più semplice sconfiggere i timori. Non occorre fare niente per meritare questo diritto, è semplicemente una nostra libertà.
Inoltre, non esiste UNA “normalità” quando si parla di sesso e genitali. Prendete uno specchio e guardatevi “laggiù”.
Piccole labbra più lunghe delle grandi labbra? Normale.
Grandi labbra carnose? Normale.
Clitoride nascosto da una piega di pelle? Normale.
E così via.
Per raggiungere l’orgasmo è fondamentale esplorarsi, scoprirsi e conoscere cosa attiva le risposte più piacevoli del proprio corpo.
È un percorso fatto di tentativi, gioie e delusioni.
Ma abbiamo una buona notizia: non esistono gli errori.