Louise Chennevière è l’uragano che da Parigi sta travolgendo la scena letteraria europea. Il suo primo romanzo, “Cagna“, è nel bouquet dei consigliati in tutte le librerie, piccole o grandi che siano, e ha scatenato reazioni ovunque sia stato letto.
Eppure non è un romanzo facile, è anzi una lettura dolorosa fatta di micro racconti, ciascuno dei quali dà voce a una donna diversa, che ci travolge con il proprio monologo interiore.
Prostitute, donne abusate, assassine, madri senza cuore, donne che vomitano l’anima… il legame tra loro è sempre il corpo, che è per tutte prigione, condanna.
È sul loro corpo, infatti, che la misoginia diventa violenza concreta.
Il destino delle donne è essere come la cagna, come il lupo: deve appartenere a chiunque la desideri.
La Philosophie dans le boudoir, Marchese de Sade
L’autrice esplora, racconto dopo racconto, tutte le forme di asservimento alla violenza maschile, diretta o indiretta, volontaria o involontaria, che le donne iniziano ad affrontare sin dall’infanzia e ogni fase, ogni età, è –ahinoi– rappresentata.
È uno scenario devastante, in cui la femminilità è torturata in modo crudo, violento, angosciante.
Te ne stai zitta. Da troppo tempo te ne stai zitta.
Cagna, Louise Chennevière
Nella frenesia delle città, nella ressa dei secoli, nella tua piccola stanza, te ne stai zitta.
Eppure vorresti soltanto avere il coraggio di dire le cose, per come sono.
La giovane autrice lo ha definito un libro femminista, perché apre il dibattito su cosa significhi essere una donna, come affrontare quella prigione fisica fatta di pressioni sociali, abusi subiti o autoinflitti (come quelli di chi cerca di mantenere il controllo con anoressia e bulimia) e soprattutto ci costringe a interrogarci su come uscire da un corpo sporcato da secoli di oppressione.
Un libro intelligente, la cui lettura richiede tempo, respiro, perché affrontare il dolore è difficile, soprattutto quanto è raccontato in modo spietato e quando pur essendo di altri, lo sentiamo anche nostro.
Ogni racconto è una prospettiva diversa, un flusso di coscienza in cui a volte il soggetto parla per sé, dice “io”, e altre volte è Louise Chennevière che osserva, racconta cose viste su un’altra donna, “lei”. Una sorta di esercizio di stile, estremamente sincero, che descrive una catena di incubi, ansie, allucinazioni, da cui il lettore vorrebbe prendere le distanze, illudersi che sia un eccesso di fantasia, di perversione.
Ma a cui invece resta ancorato, perché sa che quelle storie sono in fondo tutte tristemente vere.
Louise Chennevière - CAGNA Giulio Perrone Editore Pagine 240 - Prezzo € 18,00 ISBN 978-88-6004-528-7