Make-up da quarantena

Ovvero cosa stiamo imparando sul trucco e noi stesse in questi giorni di isolamento

In questi giorni di forzato isolamento, in molte fanno il bilancio delle proprie abitudini e quella del makeup merita una riflessione. La quarantena ci può aiutare a sciogliere il dilemma “trucco sì o trucco no” che spesso anima i dibattiti sull’emancipazione femminile perché -escludendo la relazione con il mondo- è più facile capire se per noi il rossetto è un modo di aderire a standard estetici o se rappresenta una forma di cura di sé.

Per qualcuna truccarsi significa ristabilire una routine all’interno di questa bolla sospesa fuori dal tempo, è una forma di accudimento, di personalizzazione della propria immagine che non coinvolge solo la vanità.

Si tratta di un metalinguaggio, una forma di comunicazione: uno strumento per dichiarare agli altri chi siamo.

Non è un caso che le adolescenti tendano ad avere una mano piuttosto pesante con rimmel e kajal e siano quelle che più spesso radicalizzano il proprio aspetto attraverso la cosmesi.

È ovviamente un’affermazione di sé anche decidere di non farlo, non truccarsi, ed essere il più vicine possibile a un’immagine genuina e autentica.

Perché, se da un lato il make-up è una forma d’arte e di libertà, ad esempio all’interno della cultura Drag, dall’altro è certamente figlio della società patriarcale che ci vuole belle e attraenti a ogni costo e spesso diventa uno strumento per difendersi dal giudizio altrui, conformandoci a ciò che si considera bello.

Il dibattito sull’argomento è da sempre molto accesso, con sostenitrici e detrattrici, animate entrambe da valide motivazioni.

Le puriste certamente sposano l’idea di una bellezza senza filtri, contro una visione “fotoshoppata” e irrealistica del corpo femminile. Il bisogno di una rappresentazione fedele alla realtà inizia a diffondersi anche tra le celebrity. Alicia Keys ha presentato i Grammy 2019 senza trucco, sfidando le regole del red carpet e costringendo gli spettatori a riflettere sulla bellezza artificiosa che si pretende dalle donne.

Risale a questi giorni di quarantena, invece, una foto su Instagram postata da Levante, in cui la cantante siciliana appare molto curata e glamour.

Questa mattina, appena sveglia, mi sono guardata allo specchio e ho capito che stava per iniziare un giorno sbagliato. Sono entrata in bagno, ho preso i trucchi e mi sono acchittata come nella vita prima del virus non facevo mai: appprincipessa.

@levanteofficial

Per Levante il trucco è un rimedio ai giorni no, ma non è l’unica a pensarla in questo modo.

I giorni di quarantena, infatti, hanno fatto nascere in molte l’esigenza di abbandonare la pigrizia del pigiama per tornare a un abbigliamento ordinario e alla routine del trucco.

Cosa ci dice quindi questa quarantena?

Che non è il trucco a essere di per sé giusto o sbagliato, ma sono i pensieri e i messaggi che porta con sé.

Se non ci sentiamo obbligate a truccarci, ma abbiamo voglia di farlo per sentirci al sicuro dall’inerzia, dal nervosismo e dalla tristezza di questi giorni incerti, non ci sono controindicazioni. Le etichette sono utili se ci rappresentano, ma quando diventano limiti vale forse la pena abbandonarle.

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