Your Queen is a Reptile è il terzo album del gruppo inglese Sons of Kehmet e il titolo sembra un riferimento alla teoria del complotto secondo la quale gran parte degli individui al potere sarebbero in realtà “rettiliani”: lucertole antropomorfe travestite da umani, con lo scopo di manipolare e controllare la Terra.
Ognuna delle nove lunghe tracce dell’album si intitola My Queen is, seguito dal nome di donne che si sono battute per i diritti degli afroamericani.
Un mix tra jazz, dub, reggae e musiche caraibiche di una bellezza e potenza rara, diventa colonna sonora di storie di coraggio ed eroismo al femminile.
Ogni «regina» cantata nei brani dell’album (My Queen), esempio di integrità e valore, viene contrapposta alla figura della regina Elisabetta (Your Queen, il rettiliano), metafora dell’istituzione, della Corona britannica e delle secolari politiche imperialistiche inglesi. Ogni brano è una presa di posizione netta contro le politiche coloniali attuate nel corso della storia.
Shabaka Hutchings, sassofonista e mente del gruppo, è nato a Londra ma ha trascorso l’adolescenza alle Barbados, paese natio dei suoi genitori, dove ha studiato clarinetto classico e assorbito calypso e reggae. Rientrato in Gran Bretagna per completare gli studi alla Guildhall School of Music & Drama si è ritrovato a fare i conti con gli input e le influenze raccolte nei due paesi della sua vita e si è immerso in una stratificata attività musicale jazzistica, che spazia dallo swing al free.
La prima cosa da chiarire è che non sono le vostre regine, sono le mie.
Shabaka Hutchings – In un’intervista a Clash Magazine
Persone che mi hanno ispirato e mi hanno dato la consapevolezza di chi sono ora
Ma quali sono le regine di Hutchings?
“My Queen Is Ada Eastman“
È la nonna di Hutchings, morì a 103 anni dopo aver dedicato l’intera vita alla famiglia, lavorando instancabilmente per poter permettere a figli e nipoti un futuro migliore rispetto alle umili origini.
“My Queen Is Mamie Phipps Clark“
Da psicologa e sociologa si è battuta tutta la vita per l’autodeterminazione dei neri e per una società ed una scuola dove fosse bandito il segregazionismo.
“My Queen Is Harriet Thubman“
Nata nel 1822 nel Maryland in una famiglia di schiavi, da piccola fu più volte selvaggiamente picchiata da bianchi, tanto da riportare danni neurologici permanenti. Ancora giovane, riuscì a scappare e per anni, anche dopo la promulgazione della durissima “Legge contro i fuggiaschi”, condusse diverse missioni di liberazione di altri schiavi attraverso l’Underground Railroad. Ne mise in salvo a decine, sulla sua testa pesava una forte taglia: viva o morta. Non la presero mai. Morì ultranovantenne.
“My Queen Is Anna Julia Cooper“
Nata in schiavitù in North Carolina e diventata una delle prime donne afroamericane a laurearsi (con un PhD in Storia alla Sorbona di Parigi), lottò tutta la vita contro la segregazione razziale e di genere. È considerata la “mother of Black Feminism”.
“My Queen Is Angela Davis“
È l’attivista afroamericana più nota al mondo per il suo impegno nel campo dei diritti civili di afroamericani, donne e detenuti. Divenne molto nota, anche fuori dagli Stati Uniti, perché nel 1970 fu accusata di rapimento, cospirazione e omicidio in relazione a un sequestro e a una sparatoria in cui erano coinvolti alcuni membri del movimento delle Pantere Nere. Il direttore dell’FBI J. Edgar Hoover la incluse nella lista dei dieci principali ricercati dell’agenzia: Davis fu arrestata, processata e messa in carcere. Ci restò per un anno e mezzo fino a quando non fu assolta con formula piena. Nel frattempo aveva scritto alcuni dei documenti più famosi della contestazione statunitense e in tutto il mondo erano stati fatti appelli per la sua scarcerazione.
“My Queen Is Nanny of the Maroons“
È stata una leader dei cosiddetti Maroons giamaicani, africani fuggiti alla schiavitù che in Giamaica avevano costituito le prime comunità libere. In patria è un’eroina nazionale.
“My Queen is Yaa Asantewaa“
Regnante dell’Impero Ashanti, in Ghana, che nel 1900 guidò una ribellione contro i colonialisti inglesi.
“My Queen is Albertina Sisulu“
È stata una militante antiapartheid sudafricana.
“My Queen is Doreen Lawrence“
Madre di Stephen il ragazzo che nel 1993, a soli 19 anni, fu ucciso da un branco di ragazzi bianchi nel sud est di Londra. Per 20 anni sua madre ha combattuto contro i depistaggi della polizia e le campagne diffamatorie della stampa e dei politici di destra. Solo nel 2011 il caso venne riaperto sulla scorta di nuove evidenze scientifiche e due degli aggressori furono condannati.