Idalia Candelas è una donna che ha vissuto a lungo da sola. Poiché di mestiere fa l’illustratrice, ha deciso di realizzare “A solas” un libro in cui disegna la bellezza della solitudine femminile.
La donna che vive sola deve affrontare spesso il pregiudizio che la sua sia una condizione sfortunata, un triste e inevitabile piano B della vita. Quando invece si tratta di un uomo, l’immaginario si sposta su un divertente scapolone, che non vuole intrusioni e si gode la vita.
Le donne ritratte da Idalia sono invece libere, autonome, padrone del proprio tempo, del corpo, dello spazio e godono della propria solitudine.
Moltissime donne, nella realtà, considerano la vita in solitaria una delle migliori esperienze del proprio vissuto e per realizzare questi disegni Idalia si è ispirata alla sua stessa esperienza e a quella di tante amiche che vivono la solitudine come un momento di profondo amor proprio.

“Ero stanca di sentirmi chiedere da amici e famigliari quando mi sarei finalmente sposata, quando avrei avuto dei figli. Con i miei disegni volevo far capire loro che le donne a volte stanno sole per scelta, i miei personaggi hanno il viso sereno, grazie alla forza che dona il potere di prendere le proprie decisioni”
Idalia Candelas
Nei suoi lavori trovate donne che godono il relax di un grande letto tutto per sé, la lettura nella pace del silenzio, un caffè mattutino, il ricevere solo gli amici che desiderano… donne che sanno godere della propria compagnia.
Il libro è pubblicato in Italia da Giunti.
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Perché solo al femminile?
Ma poi mi chiedo: a parte dormire in diagonale nel lettone e fumare in ogni stanza, per il resto non credo sia indispensabile vivere da soli (senza un partner, intendo).
Forse è un elogio al vivere senza coinquilini o senza genitori…
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Vivere soli può essere una scelta picevole per uomini e per donne, ugualmente.
Quello che sottolinea l’artista è che quando si tratta di uomini l’accezione è positiva: si pensa sempre allo scapolone che vuole essere libero. Quando si tratta delle donne l’immaginario è sempre quello della zitella che non ha avuto altra scelta. E invece in questo senso c’è bisogno di abituarsi a pensare che siamo uguali davvero e che anche per le donne la solitudine può non essere una condizione imposta, ma un piacere scelto. 🙂
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Anche gli uomini singles , se non sono giovanissimi, l’immaginario collettivo li vede come dei depressi.
Secondo me ,per tutti (soprattutto se non più giovani), non è proprio del tutto un piacere scelto… forse nemmeno una condizione totalmente imposta, ma… secondo me è QUASI sempre una condizione generata da qualcosa di spiacevole o cmq c’è un fondo spiacevole , ma poi si cerca di gustare ciò che di buono c’è in quella situazione.
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Hai ragione nell’immaginario collettivo anche l’uomo over 50 single viene visto con quel filtro di tristezza. La differenza è che viene applicata per una ristretta fascia di età il pregiudizio che le donne vivono in tutto il ciclo vitale.
Sul fatto che sia per tutti un po’ un “piano B” credo che si debba fare un distinguo tra essere soli e vivere da soli. Io ho vissuto sola per anni, pur avendo un partner e godevo davvero delle libertà che quella convivenza part time (in pratica solo il weekend) mi regalava….
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Domanda: ma la convivenza nel weekend non è come… un prendersi solo il peggio di entrambe le condizioni?
Secondo me la libertà è più godibile nel weekend, mentre in settimana è piacevole tornare a casa e aver qualcuno per mangiare e fare 2 chiacchiere. No?
Io preferirei una convivenza parttime al contrario: solo dal lunedì al venerdì.
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